Ormai vivono uno per l'altro, uno nell'altro. Luci riflesse, forme che si confondono nel ribollire dell'acqua. Passato, presente e futuro che si sovrappongono. Perché Michael Phelps insegue da sempre il mito di Mark Spitz, quei sette ori con altrettanti record del mondo che Mark seppe conquistare a Monaco 1972, in quella che sarebbe stata in tutto e per tutto la sua olimpiade se il sangue della strage di Fustfeldenbruck non avesse poi fatto passare in secondo piano anche le imprese più grandi. Phelps il mito lo ha sfiorato ad Atene (quando tornò a casa con un bottino di 6 ori e 2 bronzi). A Pechino punta al sorpasso, visto che prenderà parte a 8 gare, per diventare il dominatore assoluto della piscina e della storia del nuoto olimpico
Conto alla rovescia - "Il pareggio", o magari anche "il sorpasso", del resto, sembra essere ormai solo questione di tempo. Lo dicono i fatti (si veda il bottino raccolto da Phelps in Grecia 4 anni fa, dove fallì solo nei 200 stile libero, preceduto da Thorpe e Van Den Hoogenband, e nella staffetta 4x100, preceduto da Sudafrica e Olanda, prima di lasciare elegantemente il posto nella finale della staffetta 4x100 mista a quello Ian Crocker che aveva bruciato per appena 4 centesimi nella finale dei 100 farfalla). Lo dicono anche le parole dello stesso Mark Spitz, serenamente rassegnato al fatto che «Michael è ormai pronto a superarmi». Lo confermano anche alcuni indizi indiretti, che evidenziano implicitamente la grandezza di Phelps: basti notare che ora il rapporto col mito si è quasi rovesciato, ed è quasi Spitz a risplendere del continuo confronto col giovane "inseguitore". Eppoi si noti che, nell'era delle "super-polemiche" sui superbody, nessuno ha mai tirato in ballo il nome di Phelps (che pure è testimonial della Speedo, l'azienda che ha realizzato il tanto discusso Lzr Racer). Come dire che lui (che anzi raramente usa il body completo, ma solo il body copri-gambe) è al di sopra del bene e del male, e che – nel suo caso specifico – ben vengano costumi avvenieristici e studi della Nasa, ma medaglie e record arriverebbero a pioggia comunque.....
Impresa sfiorata – In realtà, l'inseguimento al primato tutto d'oro di Spitz stava per essere portato a termine già un anno fa, ai mondiali di Melbourne 2007: allora gli ori furono 7, ma proprio la squalifica di Crocker nella staffetta mista (i più maliziosi ipotizzarono una vendetta postuma per la bruciate sconfitta subita da Ian in terra ateniese...) mandò in fumo l'aggancio. Senza contare, poi, che l'aver mancato l'aggancio a Spitz durante i Giochi del 2004 fece svanire per Phelps la possibilità di incassare il premio da un milione di dollari messo in palio per l'occasione da un'azienda americana. A Pechino, comunque, replicherà il programma ateniese: 8 gare in 9 giorni di competizioni, per un totale di 17 turni di selezione in acqua. Niente 200 dorso, quindi, ipotesi che pure aveva accarezzato prima dei trials.
Primati a cinque cerchi - Oltre alle vittorie e ai primati, comunque, nel libro dei record olimpici Phelps c'è già per almeno un altro paio di motivi: le otto medaglie vinte ad Atene gli hanno fatto egugliare il primato del ginnasta Dityatin (Mosca 1980) in fatto di podi ottenuti in una sola edizione; e poi, con i suoi 15 anni, a Sidney 2000 (quinto nei 200 farfalla) è diventato il più giovane nuotatore inserito in una squadra olimpica a stelle e strisce a partire dal 1932. Il suo curriculum è completato anche da 16 titoli e 3 argenti mondiali e 21 record mondiali individuali battuti, tra i 200 stile libero (attuale 1'43"86) e 200 farfalla (attuale 1'52"09), i 200 (1"54'80) e i 400 misti (4"05'25), questi ultimi due migliorati ai recenti trials.
Regalo speciale – Che il libro dei primati relativi a questo fenomenale 23enne di Baltimora - alto 193 centimetri per 88 chili e con un'apertura alare di 198 centimetri e gran divoratore di zuppa di cozze – vada costantemente aggiornato non è comunque certo una novità. Prendete ad esempio lo scorso 30 giugno. Michael scende in acqua nel giorno del suo 23esimo compleanno proprio nel vivo dei trials di qualificazione americani ad Omaha, in Nebraska. È la giornata inaugurale, e Michael è pronto a giocarsela sui 400 misti con uno dei suoi avversari più accreditati, Ryan Lochte. Atmosfera perfetta per quella che, a posteriori in molti definiranno "The perfect race": e allora Phelps non si tira indietro e stampa vittoria e primato mondiale, trascinando sotto il precedente record (sempre da lui detenuto, ovvio...) anche il rivale Lochte. Tanto per spiegare che il ragazzotto ha una certa facilità nel gestire la pressione emotiva.....
Progetti a bordovasca – E dire che, come capita spesso in questi casi, quando mamma Debbie lo portò per la prima volta in piscina, a sei anni, sulle orme delle sorelle maggiori Hilary e Whitney, il piccolo Michael non ne voleva sapere di bagnarsi e tuffarsi sott'acqua: problema che attualmente sembra brillantemente risolto... Oggi Michael si allena duramente ogni giorno sotto gli occhi esperti di Bob Bowman, il tecnico che lo segue fin dal 1996, quando Phelps entrò a far parte del North Baltimore Acquatic Club. Il vero premio, dopo Pechino, sarà quindi una tanto sospirata vacanza, durante la quale Michael potrà dedicarsi ai suoi hobby preferiti: musica e sonno. E magari, lui single e forzato delle piscine, potrà anche dedicarsi alla caccia di quell'amore oggi sacrificato sull'altare di un talento immenso e di un duro allenamento. Poi riprenderà la corsa, bracciata dopo bracciata. Obiettivi? I mondiali di Roma 2009 (ha promesso a mamma Debbie di portarla in vacanza nella Città Eterna) e i Giochi di Londra 2012.
